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domenica 1 gennaio 2012

Libero informa ... contanti... e molto altro ...Post manovra Monti

C’è poco da scherzare. I contribuenti non sanno più come comportarsi con i contanti. Dopo la manovra Monti il denaro sembra veramente diventato lo sterco del demonio. Eppure quando si va alle Poste per pagare una bolletta non si può usare la carta di credito: vanno utilizzati  Postamat o Bancomat, oppure cash. È vero che la luce o il gas non superano solitamente i duecento euro, ma allora come è possibile abituarsi all’utilizzo della moneta elettronica se poi certi uffici para-pubblici sono rimasti indietro? Queste però sono bazzeccole rispetto ai gravi problemi - prima di tutto di comprensione - che i divieti di Monti hanno imposto: dalle lettere che ci sono arrivate abbiamo notato che i cittadini non sanno come comportarsi. C’è chi ha paura di mandare bonifici alla figlia. Capite? C’è chi  è iscritto all’albo dei residenti all’estero e teme di spostare da un conto italiano a uno estero 50mila euro. Conto su conto, non con la valigetta piena di banconote...
Parecchie domande, che abbiamo girato allo studio Pirola Pennuto Zei & Associati, si concentrano molto sul grande fratello fiscale. La domanda secca è questa: posso prelevare più di mille euro in banca? Risposta: sì. Ovvio però che in questo caso può scattare l’accertamento. Ma anche qui, prima di rispondere automaticamente alle richieste dell’Erario, va controllato se la richiesta di informazioni è motivata. Se poi lo fosse, prima di replicare, è meglio consultarsi con il proprio commercialista: c’è infatti il rischio che una dichiarazione innocua sia interpretata diversamente dagli uomini del Fisco.
C’è poco da scherzare dunque. Come dicono i consulenti fiscali e legali dello studio  - il più grande d’Italia - che ci aiuta nell’operazione “sportello Libero”, prima di partire in quarta con la casa, un bonifico o, semplicemente, col pagamento di un’imposta, è meglio conoscere bene pro e contro. Talvolta si scopre un modo per pagare meno tasse. Mandateci pure i vostri dubbi. Le tasse non vanno mai in vacanza.
di Giuliano Zulin
Di seguito le domande e le risposte
Una casa con inquilino moroso
Ho un appartamento affittato a canone concordato (3+2 ). Essendo l’inquilino moroso ho avviato le pratiche per lo sfratto. Ci sono possibilità di avere minore imposizione fiscale? Grazie. 
 G.B. Parodi
Purtroppo la risposta è negativa per quanto riguarda l’Imu: non rileva, purtroppo, l’effettivo reddito che si può ritrarre dall’immobile. Come aggravante segnaliamo che il decreto “mille proroghe” di fine anno ha prorogato per tutto il 2012 ed in certe situazioni il blocco degli sfratti. Per quanto riguarda l’Irpef e le relative addizionali in caso di inquilino moroso è possibile non corrispondere le imposte sui canoni di locazione dal momento di conclusione del procedimento di sfratto e, per i canoni precedenti a tale momento non incassati, l’imposta corrisposta da diritto ad un credito di imposta di pari importo.
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Da prima a seconda abitazione
Vivo in casa di proprietà di mia madre. Penso che dovrò pagare l’Imu come seconda casa. L’appartamento è di 95 mq, 5 vani.  Mi conviene passarla a mio nome?
Stefano Orlandoni
L’idea è senza dubbio valida e consente di usufruire della più basse delle aliquote previste per l’Imu (0,4%) nonché della detrazione di  200 euro su base annua nel limite dell’imposta dovuta; tuttavia è opportuno un calcolo di convenienza per confrontare il risparmio di Imu  con i costi connessi alla donazione. Poiché l’Imu  scatta il 1° gennaio 2012 e per tutto il tempo in cui la casa resta di proprietà della mamma si pagherà l’Imu  come “seconda casa” potrebbe essere opportuno assumere una decisione sulla base dei parametri sopra indicati il più presto possibile. Non si avrà diritto alle detrazioni.
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In attesa del  nuovo Catasto
Io e mia sorella possediamo una villa in Provincia di Belluno, di due piani con due numeri civici, per un totale di 12 vani:  una casa bella ma non di lusso classificata A2. Io abito al piano terra  e non ho pagato l’Ici come prima casa  ma per il restante come seconda casa per    200 euro nel 2011.  Mia sorella non è residente e ha pagato per il 2011 circa  300    di Ici  come seconda casa.  Considerando che i mq. della casa sono in totale circa 200 quanto pagheremo  di Imu?
Maurizio De Bona
Purtroppo le informazioni fornite non sono sufficienti a dare una risposta puntuale. In ogni caso si può facilmente affermare che nel caso specifico si dovrà pagare di più rispetto alla “vecchia” Ici per queste brevi considerazioni: 1) i valori catastali di riferimento saranno   maggiori rispetto al passato a causa dell’aumento del coefficiente moltiplicativo (160 in luogo di 100); 2) non esiste più alcuna agevolazione sulla casa destinata ad abitazione principale che prima era esente ed ora pagherà lo 0,4% sul valore di riferimento (salvo possibili limitate riduzioni che il Comune in cui si trova l’immobile potrà deliberare). Segnaliamo che i metri quadrati ad oggi non sono direttamente rilevanti ma lo diventeranno in occasione della probabile riforma del Catasto annunciata per la Fase 2.
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Usufrutto o comodato d’uso?
In seguito alla divisione ereditaria del 2004, sono comproprietario della casa dei miei genitori per 1/3 (i restanti 2/3 sono di mia madre e mia sorella). Essendo sposato e vivendo in un alloggio diverso, volevo sapere se ho la possibilità di non pagare l’Imu seconda casa per questo 1/3 ereditato, dove tra l'altro oggi ci vive solo mia madre. È  possibile solo con un atto di usufrutto (costa circa 2000 euro) oppure fiscalmente è valido anche un atto di comodato d’uso gratuito   nei confronti di mia madre?
lettera firmata
A stretto rigore stando alla lettera della legge non è possibile ipotizzare che sul terzo ereditato occupato dalla mamma, in quanto coniuge superstite, si possa applicare il regime più favorevole dell’Imu. Ragioni sistematiche al contrario (la mamma, se abbiamo inteso bene dal quesito, occupa l’unità abitativa a titolo di usufrutto legale) inducono a ritenere che si possa far valere il diritto ad usufruire dell’Imu  ridotta sull’intero valore della casa di abitazione. Il comodato d’uso gratuito non risolve la questione e quindi è del tutto inutile e stipulare un contratto di usufrutto potrebbe non solo essere inutilmente oneroso ma anche probabilmente impossibile in quanto la mamma, per effetto della successione, occupa già l’unità abitativa per l’intero a titolo di usufrutto legale e quindi si troverebbe a “comprare” un diritto che già le spetta.
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Un monolocale a Tenerife
Ho un monolocale a Tenerife che non mi da nessun reddito, pago le tasse in Spagna. Cosa devo fare ai fini fiscali? Non è stato mai denunciato, l’ufficio delle entrate al quale mi sono rivolta, mi ha detto che non andava fatto. 
lettera firmata
Se Lei è  proprietario del monolocale è obbligato a pagare in Italia l’imposta (nella misura dello 0,76%) sul valore dello stesso, costituito dal suo costo di acquisto o dal relativo valore di mercato.  Potrà dedurre da tale imposta quanto pagato a titolo di imposta patrimoniale in Spagna. Il valore dell’immobile si sarebbe dovuto indicare nel quadro RW della dichiarazione dei redditi.
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I miei risparmi tutti in mattone
Sono un settantunenne,  non sono un italiano benestante ma  nella vita, avendo fatto la formica, ho realizzato  un’abitazione in Novara, città di residenza. Mio figlio si è fatto soffiare la  casa dalla moglie che poi lo ha sbattuto in strada e così mi sono sobbarcato l'acquisto di un nuovo alloggio da destinargli quale abitazione (mantenendolo intestato a me). Sono inoltre proprietario di una piccola baita ristrutturata da me in Valsesia. Sono altresì riuscito ad acquistarmi un bilocale di 40 mq. a Pietra Ligure. Vi sarei immensamente grato se riusciste a darmi delle indicazioni di massima che mi lascino dormire. 
Gaudenzio Ferrandi
Andiamo con ordine. L’abitazione di Novara che, se abbiamo bene inteso, è quella in cui è fissata la residenza ed è effettivamente abitata dal lettore, può senza dubbio usufruire dell’Imu all’aliquota più favorevole (0,4% salvo aumenti o riduzioni del Comune nell’ordine dello 0,2%) e gode della detrazione fino ad un massimo di 200 euro annui. L’alloggio utilizzato dal figlio sconta invece l’aliquota Imu  dello 0,76% salvo aumenti o riduzioni del Comune nell’ordine dello 0,3% e non gode di alcuna detrazione. Per poterla ricondurre ad un regime più favorevole, fatti salvi alcuni particolari nella vicenda personale del figlio che non emergono dal quesito, si potrebbe pensare di donare allo stesso il diritto di abitazione mantenendo la nuda proprietà in capo al lettore (anche in questo caso un calcolo di convenienza dovrà raffrontare il costo dell’operazione con il risparmio ottenibile). Sulla baita e sul bilocale purtroppo dovrà rassegnarsi a pagare l’Imu  più elevata dello 0,76% sul valore catastale rivalutato moltiplicato con i coefficienti previsti per la categoria catastale.
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Bonifici dalla figlia farmacista
Ho donato (ufficialmente) la mia farmacia a  una mia figlia, laureata in farmacia, e ne ricevo un bonifico mensile che attualmente arriva a  3.000 euro ogni tre mesi e che quindi arriva ad un totale annuo di   52.000 euro. In più, ricevo dall’Enpaf una pensione di circa 900 euro al mese, che per 12 fanno altri 10.800 euro.  In totale, dunque, incasso   62.800 euro all’anno e di conseguenza  pago  ogni anno circa 20. 635 euro.  Poiché la farmacia che ho donato comincia a denunciare molte difficoltà , vorrei sapere di quanto potrei farmi ridurre l’assegno del bonifico (naturalmente passando da un notaio) salvaguardando il più possibile ambo le parti.
lettera firmata
La riduzione dell’importo mensile di   3.000  euro che riceve a seguito della donazione della farmacia a sua figlia dovrà dipendere da vari fattori, come ad esempio, la diminuzione della redditività futura della farmacia, della liquidità mensile che la farmacia riesce a produrre, delle aspettative di reddito, ecc. Segnaliamo inoltre che diverse pronunce giurisprudenziali hanno sancito, nonostante l’amministrazione finanziaria sostenga il contrario, che le scelte economiche degli imprenditori ed in generale dei contribuenti non sono sindacabili e pertanto il lettore può a nostro avviso muoversi con una certa libertà.
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Un conto corrente all’estero
Sono titolare di un conto corrente estero. Gradirei sapere come si verserà la nuova imposta proposta dalla manovra Monti e se potrò ancora effettuare la dichiarazione dei redditi 2011 con il 730 del CAAF e compilare separatamente i quadri RW eccetera o sarò obbligato alla compilazione del Modello Unico.
lettera firmata
Come previsto nell’articolo 19 della Manovra Monti, gli estratti conto, inviati dalle banche ai clienti - nonché estratti di conto corrente postale e rendiconti dei libretti di risparmio anche postali - per ogni esemplare con periodicità annuale se il cliente è persona fisica sono soggette ad imposta di bollo di euro 34,20; se gli estratti conto sono inviati periodicamente nel corso dell’anno, l’imposta di bollo dovuta  è rapportata al periodo rendicontato. Nel suo di persona fisica, l’imposta non è  dovuta quando il valore medio di giacenza annuo risultante dagli estratti e dai libretti è complessivamente non superiore a euro 5.000.  Permane l’obbligo di compilazione del Quadro RW nel caso di trasferimenti nel corso del periodo d’imposta superiore a euro 10.000.
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Vincoli nei prelievi di contante
Esistono vincoli a ritirare da conti correnti bancari somme in contanti anche dell'ordine di qualche centinaio di migliaia di euro? Le banche possono opporvisi? Verrebbero richieste spiegazioni o giustificazioni da agenzia entrate? E quali rischi in caso le giustificazioni non siano ritenute "sufficienti"?
S.Santoro
La Manovra Monti  ha previsto norme che di fatto vanno ad intensificare lo scambio e soprattutto la richiesta di informazioni che potranno essere fatte agli istituti bancari: pertanto, potranno essere richieste alle banche tutti i dati e le notizie relative a un contribuente e, in genere, tutte quelle informazioni relative a flussi finanziari e disponibilità di qualunque genere. Tale richiesta di informazioni deve però essere motivata e, pertanto, deve indicare le ragioni che la giustificano; proprio per tale motivo, le eventuali richieste fatte dall’Amministrazione Finanziaria devono essere esaminate caso per caso.  In termini generali, le banche non potranno opporsi alla richiesta di somme di denaro dai conti correnti, ma queste movimentazioni saranno segnalate alle Autorità competenti (fra cui l’Agenzia delle Entrate), la quale potrà anche effettuare tutti gli accertamenti ritenuti necessari. Qualora le giustificazioni addotte per il ritiro delle somme non fossero ritenuti sufficienti l’Ufficio potrebbe procedere agli accertamenti del caso. Occorre inoltre considerare il rispetto della normativa antiriciclaggio.
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Limite di 1000 euro e i protesti
Il limite alla tracciabilità è di 1000 euro e quindi per spese superiori bisogna usare assegni o carte di credito. Ma se uno è protestato come fa?
lettera firmata
La manovra Monti  all’articolo 12 ha ridotto da 2.500 euro a 1.000 euro la soglia massima per l’utilizzo del contante e dei titoli al portatore. Ad oggi, non ci risultano disposizioni particolari da applicarsi nei casi di protesto, fallimento e in genere procedure concorsuali, con la conseguenza che la regola della soglia di tracciabilità per pagamenti superiori a 1.000 euro non dovrebbe subire modificazioni in casi come quello prospettato nella domanda.
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Risparmi sul conto  svizzero
Sono pensionata, nazionalità Austria,  e ho lavorato molti anni  in Svizzera, dunque di conseguenza tutti miei risparmi sono in Svizzera. Percepisco una pensione dal mio lavoro svizzero che mi faccio accreditare sul conto in svizzera  (circa 900 franchi per 12 mesi all’anno, che sono a seconda del cambio circa 700 - 750 euro). In Svizzera questa pensione non è  tassata siccome 900 franchi è  sotto la minima tassabile. Adesso sono residente in Italia,  vivo dalla mia pensione e attingendo ai miei risparmi quando serve, il denaro che mi serve me lo spedisco dal mio conto svizzero al mio conto corrente qui in Italia. In media mi spedisco circa 1500 euro al mese.            Le mia domande: 1 dal punto di vista del fisco italiano è  corretto questo mio modo di procedere? 2 - Il fisco Italiano cosa potrebbe chiedermi?    3 - Si parla tanto di conti in Svizzera, ma se uno ha lavorato e risparmiato  in Svizzera, quale sarebbe la posizione legale di questo conto, è  legale  mantenerlo? Si dovrebbe dichiararlo?   4 - Avete qualche consiglio da darmi al riguardo?
lettera firmata
1) Dal punto di vista fiscale italiano non ci sono problemi ad avere un conto corrente in Svizzera; salvo l’obbligo di indicazione della disponibilità nel quadro RW della dichiarazione dei redditi; 2) nel caso di  trasferimenti nel corso del periodo d’imposta superiore a euro 10.000, sussiste l’obbligo di compilazione del Quadro RW; va anche detto che la Manovra Monti  ha istituito un’imposta di bollo sui conti correnti, pari per le persone fisiche a euro 34,20, per gli estratti conto inviati dalle banche; 3) è ovviamente legale mantenere un conto in Svizzera; come precisato ai punti 1 e 2 potrebbe esserci un obbligo dichiarativo; 4) dal momento che l’obbligo di compilazione del  Quadro RW in una ipotesi come quella del quesito non si presenta particolarmente oneroso, in termini di tempo e di costo, e tenendo presente che l’imposta di bollo è comunque dovuta anche se il conto corrente è italiano, riteniamo di non dover aggiungere altri elementi.
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Bonifici inviati fuori d’Italia
Se si è residenti all’estero, peraltro iscritti all’Aire, si possono spostare nel paese di residenza i propri soldi, anche se di importo superiore a 50.000 euro, naturalmente con bonifico bancario,   senza incorrere in controlli o inadempienze varie? 
lettera firmata
Dipende dal Paese in cui ha trasferito la residenza: le norme sulla residenza delle persone fisiche prevedono delle regole diverse a seconda che si è residenti in un Paese c.d. White List (nel quale si pagano ordinariamente le imposte come in Italia) o Black List (ossia in un Paese dove non si pagano normalmente le imposte e che non consente un effettivo scambio di informazioni con l’Italia). In quest’ultimo caso, fino a prova contraria, sarà comunque considerato un residente italiano che trasferisce con bonifico bancario liquidità all’estero, con i conseguenti obblighi di monitoraggio (visto che stiamo parlando di un importo superiore a 50.000 euro).   Inoltre, tenga presente che per essere considerato effettivamente residente all’estero la sola iscrizione all’Aire, seppur necessaria ed indispensabile, da sola non basta, essendo altresì  necessario che il suo centro degli affetti e degli affari sia effettivamente nel Paese estero.
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Tasse sui rifiuti su casa sfitta
Ricevo oggi 6 cartelle TARSU dal 2005 non solo gravate di mora, ma su immobile sfitto e inabitato da 10 anni.  Reddito zero, rifiuti zero...  
M.Leonardi
La disciplina della Tarsu  non è stata modificata dalla manovra Monti, quindi per la relativa disciplina, e la gestione della pratica anche in un’eventuale fase contenziosa, dovrà farsi riferimento al relativo Regolamento Tarsu  di attuazione, che può differire a seconda della propria residenza.

La Casa sotto il torchio.

Una casa con inquilino moroso
Ho un appartamento affittato a canone concordato (3+2 ). Essendo l’inquilino moroso ho avviato le pratiche per lo sfratto. Ci sono possibilità di avere minore imposizione fiscale? Grazie.
G.B. Parodi
Purtroppo la risposta è negativa per quanto riguarda l’Imu: non rileva, purtroppo, l’effettivo reddito che si può ritrarre dall’immobile. Come aggravante segnaliamo che... il decreto “mille proroghe” di fine anno ha prorogato per tutto il 2012 ed in certe situazioni il blocco degli sfratti. Per quanto riguarda l’Irpef e le relative addizionali in caso di inquilino moroso è possibile non corrispondere le imposte sui canoni di locazione dal momento di conclusione del procedimento di sfratto e, per i canoni precedenti a tale momento non incassati, l’imposta corrisposta da diritto ad un credito di imposta di pari importo.